
In un’epoca di crescente disillusione politica, la questione del votare o astenersi assume contorni sempre più significativi. Molti cittadini, di fronte ai recenti sviluppi politici in Italia, si trovano a riflettere sul reale impatto del loro voto. Il governo formatosi dall’unione inaspettata tra il Movimento 5 Stelle e la Lega è spesso citato come esempio di promesse elettorali tradite, nonostante il sostegno popolare ricevuto. Questo ha alimentato un senso di sfiducia generalizzato, con molti che vedono il voto come un esercizio inutile, destinato a essere tradito dalle manovre di chi è al potere.
La narrazione prevalente suggerisce che racconto disincanto sia il risultato di una strategia ben orchestrata per minare la fiducia nella democrazia, un diritto faticosamente conquistato nei secoli. Si aggiunge a questo scenario la diffusione di teorie infondate, come quella che sostiene la necessità di un referendum sull’adesione all’Unione Europea se la partecipazione alle elezioni europee scendesse sotto il 50%. Queste teorie, prive di qualsiasi base giuridica, servono solo a confondere ulteriormente l’opinione pubblica.
In risposta a questa crisi di rappresentanza, si profila l’esigenza di una nuova visione politica. Una proposta emergente è quella di riformare i movimenti politici in modo che possano essere più responsabili nei confronti dei loro militanti. Si suggerisce la possibilità di indire un congresso con il supporto del 51% dei membri di una provincia, una mossa che potrebbe portare decisioni più rapide e rappresentative. Un congresso organizzato in questi termini avrebbe il potere di sfiduciare le leadership provinciali e potrebbe estendersi a livello regionale, seguendo gli stessi principi.
Questo meccanismo di controllo diretto potrebbe agire come un antidoto contro la corruzione e le manovre politiche disoneste, proteggendo gli interessi dei militanti e assicurando che i rappresentanti eletti rispettino davvero la volontà dei loro elettori. Tuttavia, nonostante la complessità di tali riforme, la loro implementazione potrebbe rivelarsi cruciale per restaurare la fiducia nel processo democratico.
Concludendo, è facile cadere nella trappola del cinismo e rifiutare di partecipare al processo elettorale, ma è essenziale riconoscere l’importanza del nostro impegno civico. La storia ci insegna che il cambiamento è possibile solo attraverso l’azione collettiva e la partecipazione attiva. Per coloro che sono stanchi della retorica politica e desiderano un cambiamento reale, il momento di agire è ora. Non possiamo permetterci di ritirarci nel conforto dell’indifferenza; è tempo di mobilitarci per un futuro in cui la politica sia davvero espressione della volontà popolare.
Belle parole!!
Però è tutta la una cazzata. Non è mai esistito alcun politico, almeno da quando ho iniziato comprendere qualcosa, che sia servito al Paese!!
Certo ci sono stati fior di personaggi capaci ed intelligenti (ricordiamo Moro, Almirante, Andreotti e via dicendo) ma il resto è nebbia! L’ultimo è stato Craxi. Lo stesso Berlusconi ha fatto politica ma…
Dopo di lui solo bifolchi e venduti. Grandi bastardi messi lì per obbedire e svendere l’Italia. Addirittura i garanti della Costituzione e i magistrati che hanno schiacciato la popolazione. NO, IO NON VOTO PIÙ DA TEMPO PERCHÉ HO CAPITO!!
firmato: un istruttore NATO prima e poi un funzionario dell’Ammin. Pubblica
Mi fa piacere la tua critica che però non ti esime dal dovere rispondere ai quesiti.
!) Qual è il tuo progetto alternativo alla democrazia partecipata?
Ti aiuto con le risposte:
1) si torna al Re e i suoi parenti
2) si cerca un dittatore
3) si spera che si aprono i cieli e arrivo DIO
4) Si fa un po ‘di casino. Si insulta tutti dicendo che sono ladri e si torna a fare zapping per che fare qualcosa e dura e non paga.
2) Perché non hai cercato chi la pensa come te e fai un partito. So benissimo che è dura. Quindi?
Perché scrivo queste cose? Per farti ragionare
La cazzata di non votare e come quella di tagliarsi gli attributi per fare rabbia alla moglie traditrice.
Il vero problema è che sbattersi per degli ideali comporta tempo e fatica è più comodo stare davanti al tv a rincoglionirsi di cazzate e raccontarsi che visto che il governo è nelle mani di gente marcia al loro gioco non partecipo. E FAI IL LORO GIOCO PER UN DIRITTO PER IL QUALE TANTI SONO MORTI
Pero oggi sono buno quale sarebbe il tuo progetto politico?
è sempre la stessa frase
Mi fa piacere la tua critica che però non ti esime dal dovere rispondere ai quesiti.
!) Qual è il tuo progetto alternativo alla democrazia partecipata?
Ti aiuto con le risposte:
1) si torna al Re e i suoi parenti
2) si cerca un dittatore
3) si spera che si aprono i cieli e arrivo DIO
4) Si fa un po ‘di casino. Si insulta tutti dicendo che sono ladri e si torna a fare zapping per che fare qualcosa e dura e non paga.
2) Perché non hai cercato chi la pensa come te e fai un partito. So benissimo che è dura. Quindi?
Perché scrivo queste cose? Per farti ragionare